Perché spesso, una volta riappropriate, le parole tendono a evadere nuovamente dall'angusto volume della memoria e quindi sono di nuovo libere, uccel di bosco, latitanti e devono essere ri-acchiappate. Queste parole erranti costituiranno il tema principale del blog e, poiché nell'occultarsi seguono un loro criterio, esiste cioè una ragione, seppur recondita, seppellita negli abissi del maleodorante subconscio dell'autore, che giustifichi il loro sfuggire al controllo, penso che esporle, nei rari istanti in cui vengono alla luce, possa essere un modo per conoscere meglio se stessi e far conoscere se stessi alle poche persone che provano per il sottoscritto sentimenti condivisibili :-) A tutti gli altri – temo – ulteriore materiale per i loro comportamenti molesti :-(
Sono le parole che si rifiutano di entrare nell' immediata disponibilità di chi parla o scrive. Si nascondono sistematicamente sulla punta di quella lingua che difficilmente riesce a restituirle quando servono. Costringono l'interessato a oziosi giri di parole che fanno perdere tempo e la scarsa, preziosa, attenzione dei suoi sporadici interlocutori.