Baby DollTennesee Williams, omosessuale dichiarato, era cresciuto a Columbus, nello stato del Mississippi. Aveva un conto aperto con la gente delle sue parti, a cominciare da suo padre. Con Baby Doll, l'autore conferma un'eccellente abilità nel portare situazioni di tensione, come la paura, l'intolleranza, l'avidità, la lussuria, al limite di un parossismo che mette a dura prova i personaggi e inchioda lo spettatore – o il lettore – alla sedia su cui si trova.

...mestatore, scavezzacollo, sovversivo, sedizioso, bastian-contrario, teppista, avanguardista, avventurista, cialtrone, delinquente, mascalzone, SCREANZATO! ...Ahhh, come fa bene sfogare la frustrazione e la rabbia che cova sotto la parvenza impertubabile con una bella sfilza di epiteti pronunciati a squarciagola e in un crescendo vocale che progressivamente attira su di sé la curiosità preoccupata degli astanti.

Jerzy KosinskiNel trentacinquesimo anniversario dalla presentazione al pubblico di una pellicola del 1979, Oltre il giardino, affrontiamo la riflessione sulla storia ideata da Jerzy Kosinski, anche autore della sceneggiatura, da cui è stato tratto il film, un grande successo diretto da Hal Ashby, interpretato da un formidabile Peter Sellers e da una sofisticata e ironica Shirley McLane

Il lungo addioPer Raymond Chandler fu probabilmente il romanzo più difficile da scrivere di tutta la sua difficile carriera. Il film che da “Il lungo addio” fece Robert Altman è molto diverso, ne' potrebbe essere altrimenti: Leigh Brackett, la sceneggiatrice, ne stravolse la trama, capovolgendo situazioni, eliminando personaggi e scene che sarebbe stato complicato inserire in una produzione cinematografica già di notevole durata (112 minuti).

Di fronte a “Lear e Cordelia”, di Ford Madox Brawn. (Ph. © Cristina Risciglione)• Se c'è una critica da portare alla mostra “Preraffaelliti – L'utopia della bellezza” è che dai 180 dipinti dell'esposizione di Londra, o anche dai 130 dell'esposizione di Washington, dopo la riduzione a 70, i dipinti che sono arrivati a Torino non bastano a descrivere il movimento in tutta la sua incisività, nella sua influenza, men che meno nei suoi intenti. È giusto una rassegna della collezione in carico a Tate Britain. Il che, comunque, non è poco, anzi.

“Volluto” - Click to enlargeÈ la dose necessaria a preparare una tazza dell'infuso più caro agli italiani: il caffè. Ma com'è che i miei compatrioti si sono improvvisamente innamorati della cialda? E com'è che la parola “cialda” che originalmente intendeva significare un farmaco confezionato tra due ostie sovrapposte a sandwich, – il calmante, anzi, “calmino”, come si diceva una volta, un po' come un tortellino farmaceutico – dall'effetto sedativo è passata a evocare una sostanza eccitante?

Parigi, Louvre - Click to enlarge• Neghittoso. Ecco un aggettivo che non nasconde le sue origini aristocratiche. Del resto, chi ha detto che il lavoro nobilita? I nobili meridionali si facevano crescere a dismisura l'unghia del dito mignolo, non soltanto per espletare alcune inconfessabili esigenze igieniche, ma anche per dimostrare al mondo di non svolgere alcuna attività manuale, fatta eccezione quella di portare la forchetta alla bocca. “Noblesse oblige”.

Gatsby e Daisy• Che cosa rende Jay Gatsby il “grande” Gatsby? Il mistero che nasconde la sua ricchezza? I suoi modi affettati e amichevoli? Il passato fasullo che copre un'origine miserabile? Tutte queste cose, forse, più la grandiosità che sprigiona dalla casa imponente e dalle feste favolose o dalla cura che infonde in ogni dettaglio di tutte le sue azioni per far colpo su di una sola persona.

Premere qui per essere sviolinatiLusinga [lu-ʃìn-ga]. Bella parola con un suono vibrante e metallico, come una corda di violino che però, attenzione, può nascondere una qualità tagliente. Per restare in tema, Luṡingando è una didascalia che viene annotata nel pentagramma in corrispondenza di passaggi a cui si vuole dare un carattere particolarmente dolce e suasivo (Treccani).

Peter Webber, La ragazza con l'orecchino di perla• La pellicola di Peter Webber tratta dall'omonimo romanzo di Tracy Chevalier, ispirato a sua volta dal celeberrimo dipinto di Johannes Vermeer (di passaggio a Bologna a Palazzo Fava tra l'8 febbraio e il 25 maggio 2014), è un film che si propone di esporre agli occhi dello spettatore le sfumature che sono solitamente precluse alla percezione di un osservatore non istruito.

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