Renato CorpaciPer eludere questa massa supponente e spocchiosa degli editori, affidandosi al self-publishing per materializzare in un volume i propri deliri letterari presuppone di essere in possesso di una discreta dose d'ostinazione, condita con molta autostima, quando non di presunzione bell'e buona e persino un bel po' d'arroganza. Dato per scontato di possedere queste qualità, le possibilità di sprofondare nell'alcolismo sono comunque molto elevate. Nel post precedente ho sproloquiato sulle case editrici. Ora entrerò nel merito di quello che implica la decisione di correre da soli.


Personalmente, delle migliaia di editori italiani che compongono il comparto, ho stilato una lista di una mera ventina di operatori che tengo aggiornati sul materiale che produco. Alcuni di questi si prendono perfino la briga di rispondermi con una cortese lettera di rifiuto. Così abbiamo tutti la coscienza a posto.

Adesso, però che sapete a che cosa si va incontro, perché lo avete letto nel post precedente, potete svolgere una ricerca testuale su Google inserendo le parole chiave: self-publishing, publishing-on-demand ecc.

Molte delle organizzazioni che offrono servizi per gli autori che si risolvono a diventare anche editori di se stessi, in realtà – udite, udite – fanno capo a qualcuno dei grandi gruppi editoriali discussi nel post precedente, e assicurano una distribuzione limitata. Ergo, ilmiolibro.it (Feltrinelli) garantirà la presenza del libro presso lafeltrinelli.it ma non presso le altre librerie online. Così come lampidistampa.it (Gruppo Mauri Spagnol) sarà presente su IBS ma non sui siti concorrenti. Inoltre, scordatevi la distribuzione fisica nelle librerie.

La maggior parte delle organizzazioni, sia che siano legate a una di queste grandi reti commerciali, o che siano indipendenti,  impone, inoltre, la cessione dei diritti e chiede un contributo di qualche centinaio di euro (da 200 a 800 circa per un volume di circa 200 pagine).

Come cliente “carta-oro” IBS, avrei preferito appoggiarmi al citato lampidistampa.it, ma qualcosa mi ha fatto desistere. Non ultimo, il fatto che, se mi affidassi a Feltrinelli o a IBS per la pubblicazione del mio libro (facendo da me, oltre a tutto, tutto il lavoro dell'editore) poi vorrei che uscisse con un'etichetta Feltrinelli o Longanesi/Garzanti/Guanda e non con un'etichetta di serie b.

Premesso che ci sono dunque inevitabili limitazioni, nonché costi, a prescindere dalla soluzione adottata (e a fronte di esiti economici comunque incerti – anzi, certissimi), alla fine ho scelto di avvalermi dei servizi di Lulu.com (vedi nota). Questa organizzazione offre un numero isbn gratuito, non ti obbliga a cederle i diritti del tuo libro e i soli costi che impone sono legati all'acquisto di una copia del volume (a prezzo ridotto) prima che l'autore dia l'autorizzazione alla distribuzione. Ovvio che, se ci sono errori che richiedono un'ulteriore correzione del testo già autorizzato e vengono portate modifiche allo stampato, si dovrà procedere ad acquistarne un'altra copia. Dopo l'approvazione, il libro cartaceo sarà disponibile sul negozio online di lulu.com e, dopo otto settimane dalla pubblicazione, anche sui siti Amazon. Inoltre, Lulu non t'impone il suo logo sulla copertina del libro.

A questo punto ho cercato un programma d'impaginazione opensource e l'ho identificato in Scribus (Scribus.net). Ottimo programma (va ovviamente studiato e imparato, prima di produrre alcunché) salvo che, terminata l'impaginazione, non sono riuscito a produrre un file pdf che fosse gradito a lulu.com. Probabilmente colpa mia, ma tant'è... Per cui mi sono risolto ad acquistare InDesign (Adobe.com), lo standard del settore. Alla fine, sono felice del mio acquisto, ma ho dovuto imparare ad usare anche questo programma, prima di ricominciare tutto daccapo: indi, lavoro doppio.

Altra questione è quella che riguarda il digitale.

Lulu offre la possibilità di pubblicare la versione pdf e epub e di porre l'edizione in vendita sul sito.

Anche Amazon offre uno strumento che permette di caricare un file html (prodotto con un normale programma di scrittura) e poi trasforma il tutto in formato .mobi leggibile su kindle.

Stessa cosa fa Apple con iBook, leggibile sui suoi apparati, in vendita su AppleStore e producibile con AppleAuthor. Confesso di non essermi ancora cimentato. Di certo c'è che è un'altro software da imparare a usare.

Risolto il problema della reperibilità online del vostro testo, il mio avviso è di stampare anche una serie di copie in un formato leggermente differente dell'opera e con un isbn diverso, avvalendovi di una struttura specializzata nella stampa digitale, il che, se farete le cose oculatamente, vi farà risparmiare qualche spicciolo.

Anche di queste strutture esiste un numero considerevole: stampadigitale.it – pressup.it – stampadigitalelibri.it – mediagrafspa.it – multimediapublishing.it – atena.net – phasar.net ecc. ecc. ecc. Ovviamente non è strettamente necessario, dato che Lulu applicherà uno sconto quantità al prezzo del libro riservato all'autore.

Personalmente mi sono rivolto a Digital Book (stampalibridigitale.it) un'azienda fisicamente situata in provincia di Perugia. L'operazione di preventivazione, ordine e trasmissione dei file pdf dell'impaginato e della copertine avviene online in assoluta trasparenza. È impossibile trovare un numero di telefono sul sito, ma il preventivo online viene accompagnato da un preventivo via email che contiene tutti i dati dell'azienda e da quel momento si può comunicare direttamente con degli esseri umani abbastanza disponibili. Le prime 30 copie di Articoli deperibili sono state consegnate in meno di una settimana dall'ordine. Per la stampa di Villa dello Strozzino è stato necessario attendere due settimane. Il che induce a pensare che i tempi di consegna siano subordinati al carico di lavoro. La stampa, la carta, la confezione del volume e l'assistenza si sono rivelate infine di ottimo livello e i costi sono molto contenuti.

Stiamo navigando verso fine settembre ed ho iniziato a occuparmi dell'edizione e della pubblicazione dei miei due libri a metà marzo. Non dubito che, da ora in poi, qualsiasi progetto analogo potrà scorrere molto più speditamente, però bisogna considerare che avrei potuto passare questi ultimi sei mesi scrivendo il mio prossimo romanzo, invece che facendo l'editore.

Tuttavia, a consuntivo, il mio obiettivo minimo è raggiunto: ho consolidato il lavoro degli ultimi tre anni in due volumi che sono reali, a disposizione online di chiunque sia intenzionato ad acquistarli e possiedo un certo numero di copie cartacee di ottima qualità da regalare agli amici, inviare ai critici o farne qualsiasi altra cosa mi venga in mente di farci.

NOTA
Il fondatore di Lulu, nel 2002, è Bob Young, un “guru” dell'opensource. Per gli alfabetizzati della programmazione, Young è anche cofondatore di Red Hat, un'azienda di software nota per gestire e mantenere una variante opensource di Unix: il sistema operativo Linux.

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